Il territorio del Burkina Faso presenta una sorprendente varietà ecologica, dovuta sia alla differente morfologia e geologia del terreno che all’influenza antropica. In particolar modo l’agricoltura e l’allevamento stanno modificando in maniera piuttosto evidente il paesaggio, sin dalla seconda metà del secolo scorso.
Come si può notare dal grafico accanto, secondo i dati disponibili a partire dal 1975, ambienti naturali come la savana, la foresta e la steppa sono andati via via contraendosi, in maniera più o meno evidente, per lasciare spazio alle colture ed agli insediamenti urbani. L’utilizzo del suolo viene influenzato sia dalle condizioni climatiche che dalla morfologia del terreno: ove queste siano favorevoli, l’azione dell’uomo tende ad essere più incisiva. Zone agricole ed insediamenti tendono naturalmente a svilupparsi in vicinanza dei corsi d’acqua, andando a sostituire la vegetazione e gli ambienti autoctoni. Ove le condizioni si mostrino meno favorevoli, come per esempio a ridosso della fascia desertica nel nord e nel plateau centrale, l’impatto dell’agricoltura è meno imponente, sebbene la mano dell’uomo possa comunque essere rilevata dallo sfruttamento dell’allevamento, che tende a distruggere anche la poca vegetazione presente, e dall’attività estrattiva, il cui impatto è però ancora da valutare propriamente, in quanto relativamente recente. Come conseguenza, nel corso degli anni quelli che un tempo erano ambienti naturali vasti ed ininterrotti sono oggi territori meno estesi e distribuiti a macchia di leopardo, cioè inframezzati da terreni con differente copertura.
L’incremento dell’agricoltura.
Nel 1975, l’82,5% del territorio nazionale era ancora coperta da quel tipo di vegetazione che fa parte delle cosiddette classi naturali di copertura del suolo: foresta, foresta a galleria (tipo di vegetazione arborea che si sviluppa lungo i corsi d’acqua), savana, steppa o terreno roccioso. Nel 2013, solo il 57,4 per cento delle terre del paese era occupato da tali classi.
Tra il 1975 e il 2013, le savane (saheliane e sudanesi) si sono ridotte del 39%. L’area del paese coperta dall’agricoltura pluviale è aumentata dal 15% nel 1975 al 39% nel 2013, con un aumento complessivo del 160%, come si può evincere dalla sottostante animazione.
Questa espansione agricola supera in media il 4% all’anno, e corrisponde a 1.720 km quadrati di terreni coltivati aggiunti ogni anno.
Nel 2013, il Burkina Faso si è classificato al secondo posto nell’Africa occidentale dietro la Nigeria come il paese più agricolo (percentuale della superficie coltivata).
Gli unici paesaggi naturali di dimensioni rispettabili si sono oggi ridotti alle sole riserve naturali ed alle foreste a galleria; la superficie di quest’ultima tipologia corrispondeva, nel 1975, a 7000Km2 (2,6% del territorio nazionale), ma nel 2013 si era ridotta a circa 5000Km2.