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Attacco durante messa, 15 morti ad Essakane. Cordoglio di certa politica italiana.

È di 15 morti il bilancio dell’attentato terroristico che lo scorso 25 febbraio 2024 è occorso ad Essakane, villaggio saheliano celebre per ospitare la più grande miniera d’oro del Burkina Faso.

Lo ha reso noto il vescovo della diocesi di Dori, monsignor Laurent Bifuré Dabire con un comunicato stampa. Vi sarebbero anche 2 feriti. Si sospetta un qualche gruppo di matrice jihadista per la responsabilità. Curiosamente il quotidiano online Lefaso.net non ne dà notizia, come anche di quanto riportiamo più sotto.

L’attentato arriva pochi giorni dopo l’omicidio di 4 preti ortodossi in Etiopia. 

Cordoglio è stato espresso da diversi esponenti del mondo politico italiano, dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana, al vicepremier Antonio Tajani, ed al capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. Costoro hanno enfatizzato il fatto che secondo loro non sia stato mostrato sufficiente sdegno  (da parte di chi?) come in altri casi attuali, peraltro difficilmente paragonabili, come la morte dell’oppositore di Vladimir Putin, Navalny. Come afferma Gasparri:

“Non è che quando si uccidono dei preti o dei cattolici lo sdegno deve essere inferiore. Invece accade così per una serie di meccanismi assolutamente ingiustificabili. Il nostro sdegno è grande di fronte a questa ulteriore aggressione ai cristiani che dimostra come questo stillicidio prosegua nel silenzio generale mentre altri casi hanno suscitato, giustamente, una grande reazione”.

La levata di scudi in difesa della Cristianità e dei suoi martiri appare quantomeno paradossale, alla luce del fatto che nelle stesse ore a Natiaboani, nella regione Est, terroristi armati facevano irruzione in una moschea durante la preghiera delle 5am, ed uccidevano decine (non una dozzina!) di persone, prevalentemente uomini, secondo quanto riportano i media. Tra le vittime sembra esserci anche un importante leader religioso, e probabilmente anche dei Volontari per la Difesa della Patria. Al momento non abbiamo ancora registrato manifestazioni di cordoglio da parte dei sopra citati esponenti della politica nostrana. Chissà come mai…

Nello stesso momento colpiti fedeli in preghiera: luoghi diversi, confessioni diverse, forse al di là della matrice religiosa c’è altro? Alcuni paventano un disegno criminoso comune che intende colpire proprio coloro i quali della fede fanno la propria bandiera, sfuggendo le dinamiche terrene che sono più facilmente condizionabili col terrore e con la violenza. Circa il 40% del Burkina Faso è tutt’ora in mano agli jihadisti, colpire i fedeli ed i loro leader è forse un sistema per impedire il contro proselitismo jihadista ed il dialogo fra i cittadini di diversi etnie e religioni; nonostante il tempo passi, i terroristi ancora non sono riusciti a convertire il popolo al fanatismo ed al delirio religioso. Forse hanno essi sottovalutato il cuore dei burkinabé, il popolo degli “uomini integri” e la loro resilienza? Il terrore e le sue regole non attecchiscono come credevano.


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Fonti: ansa.it, www.lagazzettadelmezzogiorno.it, www.tag24.it, burkina24.com, vaticannews.va, ilsussidiario.net