Si tiene in questi giorni nella capitale del Burkina Faso la seconda edizione della Biennale della Scultura. Maestro di cerimonia è Christophe Person, direttore del dipartimento di arte contemporanea africana presso la casa d’aste Artcurial e co-fondatore della Biennale Internazionale di Scultura di Ouagadougou o BISO.
Diciotto sono gli artisti, provenienti da dieci diversi paesi, che presentano le loro opere fino al 6 novembre presso l’Institut français. A queste si aggiungono altre 15 installazioni sparse per la città, create da un centinaio di diversi artisti; la scelta di location cittadine alternative permette di portare l’arte anche a chi non si può recare alla mostra, e nel contempo permette ad artisti poco conosciuti di presentare le proprie opere.
Fra gli espositori della biennale vi sono scultori e artisti visivi dalla rinomata fama, come Turiya Magadlela e Buhlebezwe Siwani (Sud Africa), Pedro Pires (Angola), Mehdi-Georges Lahlou e Mehryl Levisse (Marocco), Ouadiata Traoré (Burkina Faso), Charly d’Almeida (Benin), ed anche Nyaba Léon Ouédraogo, fotografo e co-fondatore di BISO.
Una delle peculiarità della mostra è l’abbondanza dei materiali utilizzati: bronzo, ceramiche, tessuti, perle, schermi catodici, plastica, tessuti, legno e persino piante verdi. Materiali che spesso provengono da discariche, rifiuti abbandonati per strada, oggetti riciclati.
Il tema di questa esposizione “Avventura ambigua”, è un riferimento all’omonimo romanzo dello scrittore senegalese Cheikh Hamidou Kane. Si tratta di un classico della letteratura africana del 1961 in cui il protagonista Samba Diallo, viene inviato alla scuola dei bianchi e si trova confuso tra la sua identità di Fulano e la cultura europea. Attraverso questo tema, gli artisti sono stati invitati ad esplorare la complessità delle identità africane in un mondo globalizzato. Gli artisti sono stati invitati a produrre in loco (quasi tutti ad Ouagadougou) le proprie creazioni, che hanno richiesto da una settimana ad un mese, a seconda della complessità, dando loro modo di incontrarsi e confrontarsi.
In seno all’esposizione si è tenuta anche la premiazione delle migliore opere. I membri della giuria sono gli artisti Abdoulaye Konaté (Mali), Barthélémy Toguo (Camerun), Jean Servais Somian (Costa d’Avorio) e Ky Siriki (Burkina Faso). Sette i premi assegnati; il primo, di 1.200 €, se lo è aggiudicato Oumar Ball (Mauritania) con l’opera denominata Chimera, la quale andrà a far parte della collezione della Fondazione Blachere.