(Italiano) Recreatrales, il teatro come forma di riscatto sociale. - Associazione Amici del Burkina Faso OdV

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Il Burkina Faso è da tempo noto per i suoi festival artistici e culturali, i cui temi spaziano dal cinema alla danza, dal teatro alle maschere, e che attraggono visitatori da tutto il mondo. Il festival teatrale internazionale Recreatrales si inserisce in tale vibrante contesto; si tiene in uno dei quartieri operai di Ouagadougou ogni due anni, e lo slogan di quest’anno è stato „volgere la faccia al sole“. Tenutosi lo scorso ottobre 2024, esso è giunto alla tredicesima edizione.

A causa della vigente situazione di profonda insicurezza in cui versa il Burkina Faso, con i civili vittime da una parte degli jihadisti e dall’altra delle vendette da parte di forze dell’ordine e milizia popolare, si assistono a continue fughe da villaggi e paesi, verso le più sicure città. Nonostante i proclami del dittatore al potere in Burkina Faso, Ibrahim Traoré, secondo stime indipendenti il 60% del territorio è fuori dal controllo governativo, 2 milioni sono gli sfollati interni verso le grandi città, e 6,5 milioni sono gli individui che necessitano di aiuti umanitari per sopravvivere. Nel frattempo il governo si pavoneggia mostrando video su Internet con le decine di nuovi mezzi militari acquistati e censura pesantemente i mezzi d’informazione e chi lo contesta, come abbiamo riportato più volte sulle pagine di questo sito. Inoltre, ha deciso di mantenere lo scettro del potere per altri cinque anni, invece dei tre promessi, dopo aver spodestato il precedente dittatore Damiba.

Festival teatrale Recreatrales in Burkina Faso — Creato da Chatgpt

In tale contesto, un plauso o va a chi riesce ad organizzare e raccogliere intorno a sé individui provati da una difficile esistenza, offrendo loro un’occasione di riscatto ed affermazione attraverso l’arte, in questo particolare caso attraverso il teatro. Il distretto di Bougsemtenga di Ouagadougou si è così trasformato in un parco per ospitare il festival Recreatrales. Bougsemtenga deriva il suo nome da “bougtenga, ” che significa “distretto della felicità ” in Moore, una delle lingue locali. Le sue strade sono state trasformate in un luogo onirico, un incrocio tra un tradizionale festival del villaggio ed elementi fantastici in stile “Alice nel paese delle meraviglie“. Assolutamente rimarchevole il fatto che più di 150 artisti africani ed europei si siano esibiti, permettendo ad oltre 4.500 spettatori di sfuggire alla triste realtà del paese, anche se solo per un po‘.

I siti web che hanno riportato la notizia, riprendendo le agenzie, raccontano ad esempio di una signora chiamata Fanta Charlotte Dabone, madre di tre figli. Scappata dal suo villaggio attaccato dagli jihadisti, lasciò indietro marito e la fattoria. Da allora, ha continuato a spostarsi sino a stabilirsi ad Ouagdougou, vivendo come poteva in una continua lotta per sopravvivere con i suoi figli, compreso un bambino di 2 anni. Nel corso del festival però, ogni giorno per una settimana, insieme a dozzine di altri uomini e donne sfollati, si è esibita ballando e cantando per quasi due ore di fronte al pubblico; “Quando sono sul palco, sono molto felice, al momento „, ha confessato; ma una volta a casa, tornano le preoccupazioni.
Claude Ilboudo ha invece 30 anni, è nato in quel quartiere e si è esibito nelle cerimonia di apertura come ballerino sin dalla sua prima edizione. Lavorava come vetraio. Poi ebbe un incidente sul lavoro che gli impedì di continuare. Fu allora che egli scoprì la sua passione per il palcoscenico, e grazie al festival ed all’associazione che lo organizza, riuscì ad avere una seconda possibilità, un’occasione di riscatto. O meglio ancora, un speranza.

La cultura in generale, ed ovviamente anche questo festival, rappresentano una forma di resistenza all’imbruttimento dell’esistenza in un contesto così difficile come è quello quotidiano del Burkina Faso. Ne è convinto il direttore artistico Aristide Tarnagda, „L’affermazione del primato della vita sulla morte“. È un messaggio di speranza per il futuro: „Rivolgete lo sguardo verso il sole, verso la vita“.