La giornalista Christiana Ruggeri dà voce ed intensità alle parole di una bambina di cinque anni che racconta dell’ultimo genocidio del XX secolo: l’Olocausto ruandese di Kingali.
Con Dall’inferno si ritorna, la Ruggeri riprende la vera storia di Bibi, nome di fantasia di una delle superstiti del massacro, oggi studentessa di medicina a Roma, che ha voluto raccontare il suo trascorso per non dimenticare.
Un racconto toccante, un pezzo di storia ancora poco contemplato dall’editoria nostrana, ma che non va lasciato all’oblio.
13 aprile 1994. Kigali, Ruanda. Bibi è con la sua famiglia – mamma, fratellino, zia e cuginetti – quando un gruppo armato di hutu entra con violenza in casa sua e compie una strage. Il massacro insensato che ormai stravolge la città da sei giorni (non) ha bussato alla sua porta e si è portato via, con ferocia, tutti.
Ma Bibi si sveglia, non è morta. Nell’aria un odore pungente e la voglia di bere succo d’ananas. Eppure ha un braccio dilaniato, l’addome perforato da più colpi di arma da fuoco, e lesioni sia alla testa che alla nuca provocate dai calci ricevuti.
Bibi adesso è sola.
Comincia così la sua odissea per arrivare fino allo Zaire, assieme ad uno sciame di profughi (un milione e duecentomila) in fuga da morte certa.
Bibi riesce a fuggire, a mettersi in salvo. Oggi vive in Italia ed è una studentessa di medicina a Roma.
Giusto