Napoli, 1936. La nave Cesare Battisti parte per Massaua carica di emigranti che vanno in Eritrea. Tra questi un veneto, di nome Francesco. Sul ponte è un fitto chiacchierare di progetti agricoli, misto a confidenze sui problemi del porto. Asmara sull’altopiano eritreo è assediata dagli italiani viaggiatori e commercianti. Francesco organizza la distribuzione dell’acqua con autisti indigeni e dei compaesani che lo raggiungeranno poco dopo, perché nel Veneto si fa la fame. Ad Asmara la vita è dura ma si fanno i soldi facilmente. Molti italiani, nonostante le leggi razziali, convivono con delle indigene. Francesco, ormai benestante, si prende una amante bianca di nome Angela. In colonia le donne sono poche e molto corteggiate. Insieme, a bordo di una Bugatti, scoprono il mare e la costa di Massaua.
Nel 1940 scoppia la guerra e nel 1941 gli inglesi occupano Asmara. Molti italiani vengono rimpatriati sulle navi bianche, altri scappano per non finire in carcere. Francesco rimane e lavora per gli inglesi. Angela viene imprigionata nelle isole Dahlac, a Massaua. Gli italiani rimasti, con il canale di Suez chiuso, sono privi di tutto; ma riescono a produrre ogni genere di bene di consumo, ricreando la bella vita della ex colonia. Asmara è sempre più italiana nell’architettura. Nel 1948 arriva ad Asmara Lidia, la figlia di Francesco. In città la vita è tornata elegante e molto divertente tra feste, corse con auto sportive e gite notturne sul mar Rosso. Gli inglesi organizzano dei banditi indigeni, detti shifta, per uccidere e intimorire gli italiani. Lidia si innamora di Pietro, un meticcio ricco, idolo di tutte le donne, passione contrastata dal padre. I due scappano e si sposano in Italia, per poi rientrare ad Asmara. Nel 1951 il protettorato inglese si avvia alla fine. Francesco, spaventato dai banditi, rientra in patria. Lidia non regge la vita di Asmara, ritorna così dal padre e cancella dal suo cuore il bel meticcio. Pietro continua la sua vita di “Bel Ami” negli hotel di Massaua.
Giusto