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(Italiano) Soldati massacrarono 223 i civili fra cui 56 bambini, secondo HRW.

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Lo scorso 4 aprile 2023 abbiamo pubblicato la notizia del massacro di circa 170 civili, far cui donne e bambini (56), da parte di ignoti, nei villaggi di Komsilga, Nodin e Soro, provincia di Yatenga, nel nord. Un fatto confermato dal Ministro della Difesa del Burkina Faso, Mahamoudou Sana.

Nei giorni fra il 24 e 25 febbraio ci furono diversi attacchi perpetrati dai terroristi jihadisti, nei confronti di obiettivi militari, civili e religiosi. Il 26 febbraio ne diede notizia lo stesso ministro, senza menzionare i 170 caduti civili. Fu il pubblico ministero Aly Benjamin Coulibaly, nei primi giorni di marzo, a confermare di aver avuto notizie del massacro, e di richiedere l’aiuto di eventuali testimoni per ricostruire l’accaduto; inoltre egli riferì di essersi recato sul posto nella giornata del 29 febbraio, ma senza essere stato in grado di ritrovare i cadaveri.

L’associazione no profit internazionale Human Rights Watch la quale, è bene ricordarlo, si avvale anche di personale in Burkina Faso,  ha intervistato telefonicamente 23 persone, tra cui 14 testimoni degli omicidi, 3 attivisti della società civile locale e 3 membri di organizzazioni internazionali, dal 28 febbraio al 31 marzo. Essa  ha verificato i video e le fotografie condivisi dai sopravvissuti all’indomani degli omicidi e dai sopravvissuti feriti.

Grazie alla preziosa collaborazione di alcuni sopravvissuti e delle persone che hanno seppellito i morti, essa ha ottenuto due elenchi con i nominativi delle vittime compilati. Inoltre i testimoni hanno detto hanno indicato i luoghi di sepoltura a Nondin (tre fosse comuni) e a Soro (otto fosse). Alcuni corpi in entrambi i villaggi, hanno detto, sono stati sepolti individualmente poiché sono stati recuperati giorni dopo nella boscaglia. A questo link potete vedere la fotografia aerea delle zone indicate: https://www.hrw.org/news/2024/04/25/burkina-faso-army-massacres-223-villagers Potete leggere le testimonianze (in lingua inglese) sul sito web di Human Rights Watch, indicato in fondo a questo articolo.

Ebbene, gli abitanti della zona interessata hanno riferito che il 25 febbraio le forze militari si sono fermate prima a Nondin, poi a Soro, a cinque chilometri di distanza; essi ritengono che gli omicidi siano stati perpetrati come rappresaglia per un attacco da parte di combattenti islamici contro un accampamento militare e di miliziani burkinabè fuori dalla capitale provinciale, Ouahigouya, a circa 25 chilometri da Nondin, avvenuto quello stesso giorno. „Prima che i soldati iniziassero a spararci, ci hanno accusato di essere complici degli jihadisti“, ha detto una donna di 32 anni sopravvissuta di Soro che è stata colpita a una gamba. “Hanno detto che non collaboriamo con loro [l’esercito] perché non li abbiamo informati sui movimenti dei jihadisti”.

Il 25 febbraio, la Radiodiffusion Télévision du Burkina (RTB), la rete televisiva nazionale gestita dal governo, ha riferito di “un grave attacco” da parte di combattenti islamici intorno alle 7 del mattino “contro il battaglione misto” della base militare di Ouahigouya. Si dice che i soldati del Battaglione di Intervento Rapido (Batallion d’Intervention Rapide, BIR), un’unità delle forze speciali, abbiano inseguito i combattenti in fuga verso Thiou e neutralizzato il maggior numero possibile di individui che tentavano la fuga. Il rapporto, che non faceva alcun riferimento alle vittime civili, affermava che i soldati avevano richiesto che i droni aerei non intervenissero nell’inseguimento dei nemici che essi stavano braccando e di “lasciarli a loro“; ciò potrebbe indicare la volontà da parte dei militari di evitare le telecamere dei droni aerei.

Testimoni hanno riferito che tra le 8:30 e le 9 del mattino, circa 30 minuti dopo che un gruppo di combattenti islamici armati è passato vicino al villaggio gridando “Allah Akbar!”, un convoglio militare con oltre 100 soldati burkinabè è arrivato in moto, con camioncini e con almeno due autoblindo nel quartiere Basseré di Nondin, situato vicino alla strada statale 2 asfaltata. Hanno detto che i soldati sono andati casa per casa, intimando alle persone di uscire e mostrare la carta d’identità. Hanno poi radunato gli abitanti del villaggio in gruppi prima di aprire il fuoco su di loro. I soldati hanno sparato anche alle persone che cercavano di fuggire o nascondersi.

Gli abitanti del villaggio hanno descritto uno scenario simile a Soro, dove i soldati sono arrivati circa un’ora dopo e hanno sparato alle persone che erano state radunate o che cercavano di nascondersi o scappare. “Hanno separato uomini e donne in gruppi”, ha detto un contadino di 48 anni. “Ero in giardino con altre persone quando i soldati ci hanno chiamato. Quando abbiamo iniziato ad andare avanti, hanno aperto il fuoco su di noi indiscriminatamente. Sono corso dietro un albero e questo mi ha salvato la vita”.

Il presidente ad interim del Burkina Faso stringe la mano al dittatore russo Vladimir Putin [27/7/2023] Source http://en.kremlin.ru/.
Il presidente ad interim del Burkina Faso stringe la mano al dittatore russo Vladimir Putin [27/7/2023] Source http://en.kremlin.ru/.
Al momento gli esponenti del governo nicchiano quando interpellati in merito ai protagonisti della strage. Questa non è certo una novità.

A Nondin i militari avrebbero ucciso 44 persone, inclusi bambini, mentre altri 179 civili e 36 bambini sono stati bersagliati a Soro. In totale 223 civili massacrati, di cui 56 bambini.

Il 26 febbraio, un gruppo di familiari delle vittime di Nondin e Soro si è recato presso la gendarmeria di Ouahigouya per rilasciare una dichiarazione, portando il pubblico ministero dell’Alta Corte ad annunciare un’indagine. I sopravvissuti e le famiglie, comprensibilmente traumatizzati, chiedono a gran voce giustizia, ma in pochi ci credono. Atti vili come questi, minano la fiducia nelle istituzioni, in chi dovrebbe proteggere la popolazione ed invece la perseguita, ed in chi tira le fila della nazione. È questa la riconciliazione nazionale di cui si parla tanto ad Ouagadougou? Qualcuno avrebbe persino parlato di „vittime di fuoco incrociato“… difficile pensare ad una tale ipotesi quando fai uscire la gente dalle proprie case e le spari in testa… Ciò secondo quanto riferito da testimoni oculari. Poi c’è sempre chi dà la colpa ai media occidentali, suffragando le proprie teorie complottistiche col nulla assoluto; l’orda dei bene informati di Facebook, Twitter e Whatsapp sparge disinformazione con quella retorica in questi giorni tanto cara al leader di Israele Netanyahu: non la pensi come me, allora sei antisemita. Che In Burkina Faso si traduce con: non la pensi come me, sei un terrorista, un agente straniero, un anti patriota. Se ti va bene finisci in carcere, se ti va male ti fanno sparire per sempre. Sottoterra.

 

 

Fonti: https://www.hrw.org/news/2024/04/25/burkina-faso-army-massacres-223-villagers, https://www.ilsole24ore.com/art/burkina-faso-l-accusa-all-esercito-massacro-223-civili-anche-56-bambini-AFkMJkjD, BBC , Wikipedia, https://ilmanifesto.it/eccidio-di-civili-in-burkina-faso-militari-e-ausiliari-sotto-accusa