Koara (o Kora) è un villaggio che dista circa 80 Km da Djibo, città del nord del paese, nella regione del Sahel. Quest’ultima è collegata alla capitale dalla strada nazionale N22, che transita anche attraverso la città di Kongoussi.
Il progetto di realizzazione di un impianto idrico di tipo AEPS, con annessa rete di distribuzione lunga 5 Km, è stato finanziato nel 2018 dalla Provincia Autonoma di Bolzano per un ammontare di € 65.075,83, pari al 70% del costo complessivo. I lavori si sono conclusi alla fine dell’estate 2019. Si è comunque trattato di un’implementazione alquanto travagliata, a causa dei frequenti attacchi da parte dei terroristi islamici. A tre mesi dall’inizio dei lavori infatti, ci furono i primi episodi che disseminarono nella zona morte e terrore. Le imprese incaricate di conseguenza si fermarono in attesa di tempi migliori. Ad ogni modo si riuscì ad andare avanti, ma ad un mese dal termine, tutta l’area divenne una vera e propria zona di guerra, a soli 110 Km dalla capitale. Il completamento dell’opera avvenne appena in tempo per poter servire gli oltre 240.000 sfollati che dal nord, nella provincia del Som, fuggivano dai terroristi. A Koara essi hanno trovato un primo rifugio, con acqua potabile ed un dispensario, anche se ovviamente una tale massa umana non può essere gestita da un piccolo villaggio.
Prima della costruzione dell’impianto, la maggiore fonte di approvvigionamento d’acqua era costituita dal fiume Bam; ad esso gli abitanti attingevano per ogni tipo di fabbisogno. Il corso d’acqua è frequentato dal bestiame, che lo rende inadatto per un utilizzo potabile.
Dunque si è provveduto a scavare un pozzo profondo 55 m. per poter attingere all’acqua di falda, la quale è stata successivamente analizzata per rivelarne l’eventuale presenza di batteri o virus, e l’idoneità chimico fisica. La cisterna per il prezioso liquido è stata assemblata a Carrefour e poi trasportata in loco per l’installazione. Sono state delle fontane pubbliche, come previsto dal progetto. In particolare, ora sono servite dall’impianto idrico il mercato del villaggio, la moschea, il dispensario e la scuola elementare. Purtroppo l scuola secondaria, distante 2 Km, è stata esclusa, in quanto i tubi a disposizione non erano sufficienti. In futuro il comune pensa comunque di provvedere all’allacciamento.
La cisterna da 40 m3 è costruita interamente in acciaio inox e viene garantita per almeno 70 anni, come pure i tubi in PHD alta pressione. Il sistema di pompaggio solare da 2000 watt aziona una pompa solare costruita in Germania dalla Lorenz che eroga 5000 litri all’ora per ben 12 ore di sole al giorno. La cisterna, collegata al pozzo, è munita di un dispositivo anti-emersione della pompa, che ne garantisce il funzionamento continuo al riparo di ogni incidente che potrebbe bruciare la pompa stessa. Essa si ferma ad ogni piena della cisterna, evitando traboccamenti della preziosa acqua.
La popolazione ha attivamente contribuito alla realizzazione dell’opera, provvedendo allo scavo ed interramento per la rete idrica, secondo quanto indicato dai tecnici, ricevendo in cambio un modesto compenso di 1,5 € per ogni metro di lavoro completato. Inoltre sono stati messi a disposizione i terreni per il passaggio dei tubi e l’installazione delle fontane. Hanno aiutato l’impresa nella costruzione del supporto per i pannelli solari e nell’installazione delle diverse componenti dell’impianto.
La gestione dell’impianto idrico è stata affidata ad un comitato, o COGES, opportunamente formato da esperti della direzione regionale delle risorse idriche, e formato da donne del villaggio appositamente elette. Esse sono incaricate di assicurare il funzionamento continuo, sostenibile, ed equo della risorsa, contando sui proventi della vendita del prezioso liquido, che arriva al massimo a 500 CFA/m3. I profitti, oltre che per la manutenzione e gestione dell’impianto, potranno essere utilizzati anche per una futura espansione dello stesso. vi è inoltre la possibilità di affidare la gestione ad un privato, secondo quanto previsto dalle attuali norme governative, qualora l’assemblea del villaggio lo ritenga opportuno.
L’AEPS fornisce attualmente 20 litri di acqua potabile per ciascuna delle circa 40.000 persone del villaggio e dei dintorni, secondo quanto previsto in fase di ideazione. Come già accennato, la popolazione è cresciuta negli ultimi mesi a causa degli attacchi terroristici nel nord del paese, e di conseguenza la quantità d’acqua pro capite è nel frattempo diminuita.
Sono comunque stati raggiunti gli obiettivi previsti; gli abitanti possono finalmente contare su di una fonte potabile, con indubbi vantaggi per l’alimentazione e l’igiene. Ciò sta portando ad una diminuzione delle malattie legate all’uso di acqua contaminata, di cui beneficia anche il locale dispensario. Inoltre le lunghe file per accedere alle fonti ed il faticoso trasporto sono stati diminuiti drasticamente. I profitti derivanti dalla vendita consentiranno, salvo eventi nefasti di una certa rilevanza, di auto gestire e mantenere l’impianto per molti anni.
Rimane l’incognita dovuta alla presenza di numerosi profughi in fuga dai terroristi.