L’Agenzia nazionale per la supervisione degli sfruttamenti minerari artigianali e semimeccanizzati (ANEEMAS) del Burkina Faso, sta organizzando degli incontri in diversi comuni con la collaborazione del Ministero delle Miniere. Il primo si è tenuto a Koudougou lo scorso 20 giugno 2022.
Lo scopo è quello di incontrare i diversi attori che concorrono allo sfruttamento artigianale dei giacimenti auriferi e sensibilizzarli sulla tematica degli attacchi terroristici atti a procurarsi l’oro.
L’estrazione artigianale costituisce una fondamentale fonte di reddito per la popolazione burkinabé, ed ha avuto una forte impennata negli ultimi anni. Tuttavia di pari passo con l’aumento di tale attività, sono aumentate anche le problematiche correlate, da quella ambientale a quella della sicurezza sul luogo di lavoro. Il governo ha cercato nel tempo di migliorare la situazione, attraverso corsi di formazione, sensibilizzazione, coinvolgimento dei sindacati e delle istituzioni locali.
Tuttavia da qualche tempo l’estrazione artigianale costituisce un’importante fonte di finanziamento per il terrorismo. I malviventi infatti piombano presso i siti e derubano i minatori; talvolta si insediano addirittura presso i siti e costringono le persone a lavorare per loro.
Gli incontri organizzati servono dunque a raccogliere pareri e proposte da parte dei vari stakeholder, tentando di arrivare a delle soluzioni condivise.
Il colonnello maggiore Zoewendmanego Blaise Ouédraogo, governatore della regione del Centro Nord, è intervenuto ribadendo l’importanza di sensibilizzare gli operatori minerari, poiché i siti minerari in un modo o nell’altro sono causa di terrorismo. Inoltre è importante aumentare la loro consapevolezza in merito di leggi, regolamenti e tutela dell’ambiente, del lavoro e commercio.
Per quanto riguarda l’attività dei terroristi, il colonnello ha chiesto agli operatori minerari di prestare la massima attenzione ad individui ed azioni sospette ed informare tempestivamente le forze di sicurezza e le autorità: “Più o meno ovunque, la gente dice che i siti di ricerca dell’oro collaborano con i jihadisti” ha affermato l’alto ufficiale. Ciò significa che si sta diffondendo una certa diffidenza verso chi pratica l’attività di estrazione, che viene additato come a responsabile del finanziamento dei terroristi.
D’altro canto i minatori si sono lamentati di non essere sufficientemente protetti da gendarmeria ed esercito, e di aver sempre avvertito tempestivamente in merito ad attività sospette, senza però ottenere un tempestivo riscontro. Troppo il tempo che intercorre fra la comunicazione e l’intervento.
La partecipazione al primo incontro è stata comunque nutrita, e gli organizzatori auspicano che ciò si ripeta anche presso gli altri comuni interessati. Certo, trovare una soluzione non sarà semplice. I problemi sul tavolo come hanno potuto constatare gli intervenuti, sono molteplici.