Il CEO e due dirigenti della miniera d’oro dell’australiana Resolute Mining in Mali sono stati arrestati mentre si trovavano a Bamako per discutere di controversie in corso con le autorità, ha confermato lo scorso 10 novembre 2024 una fonte della società . Il Mali è uno dei maggiori produttori del biondo metallo in Africa.
Il CEO Terence Holohan e i suoi due colleghi “erano a Bamako per discutere con le autorità minerarie e fiscali delle pratiche commerciali della società in Mali in generale e per fare progressi sulle rivendicazioni in corso contro Resolute, che continua a sostenere che sono infondate. Inaspettatamente, i tre dipendenti sono stati arrestati dopo la fine di questi incontri venerdì”, ha affermato la compagnia attraverso il proprio sito web. I tre dirigenti lo stesso giorno (8 novembre) sono stati posti sotto custodia della polizia con l’accusa di presunta falsificazione e danneggiamento di proprietà pubblica, secondo quanto riportato dall’agenzia AFP, da una fonte giudiziaria.
Non si tratta del primo caso di arresto di dipendenti di una compagnia mineraria: quattro dipendenti della società canadese Barrick Gold, anch’essa in disputa con le autorità maliane, sono stati trattenuti per diversi giorni alla fine di settembre, quindi rilasciati. Le società minerarie straniere sono soggette a una pressione crescente da parte della giunta che è salita al potere con la forza nel 2020 e presta particolare attenzione ai redditizi ricavi dell’industria mineraria. Il Mali, come anche il Burkina Faso ed il Niger, si sono avvicinati alla Federazione Russa, anch’essa potenza mineraria con grandi interessi in zona, e di conseguenza le tre nazioni cercano di smarcarsi dalla dipendenza dalle aziende occidentali. Ciò anche perché ii governi saheliani ritengono che tali compagnie occidentali sfruttino le risorse locali dando in cambio le briciole (20% in Mali, il 10% in Burkina Faso) . Accanto a ciò vi sono corruzione, contrabbando ed altro che sottraggono guadagni alle nazioni africane interessate, clamoroso fu un caso in Burkina Faso, in cui parte dell’oro veniva esportato come “residuo di lavorazione”.
“Resolute sta lavorando per raggiungere un accordo con il governo maliano che garantisca il futuro a lungo termine della miniera d’oro di Syama; allo stesso tempo la sua massima priorità rimane la sicurezza e il benessere dei suoi dipendenti”, ha affermato la società. I dirigenti sono assistiti delle ambasciate e dei consolati del Regno Unito e di altri paesi presenti in Mali, non avendo l’Australia una propria rappresentanza.