La Cina. L’Africa. L’invasione gialla del continente nero. Un nuovo colonialismo?
Angelo Ferrari risponde a queste domande e tenta di capire se per l’Africa é un bene o un male la penetrazione, cosí invasiva, di Pechino.
Infrastrutture, scuole e ospedali in cambio di materie prime: petrolio, diamanti e legno.
Il libro prende l’avvio da un reportage dall’Angola, un paese uscito da una guerra ventennale solo da sei anni e che ha aperto al libero mercato nelle sue forme piú sfrenate, un paese dove il divario tra ricchi e poveri si sta facendo sempre piú ampio, un paese che, grazie alle proprie risorse, potrebbe debellare la povertá. Invece? La popolazione rimane sempre piú ai margini del ciclo produttivo e della crescita economica e l’arrivo della Cina, che investe ovunque, non ha portato ancora un beneficio concreto per la gente. I lavoratori che lavorano in Angola alla costruzione delle infrastrutture arrivano tutti dalla Cina e inoltre sono detenuti che invece di scontare la pena in patria sono arrivati in Angola. Quindi manodopera a basso costo.
Angelo Ferrari, giornalista dell’Agenzia Italia, da anni si occupa di problematiche relative al sud del mondo e in particolare dell’Africa, dove ha seguito le piú grandi tragedie del continente: dalla guerra del Rwanda a quella della Somalia, dalla Repubblica democratica del Congo alla Sierra Leone. Tra i suoi libri ricordiamo Hakuna Matata, la globalizzazione galoppa mentre l’Africa muore (2002), Amahoro (Pace) tredici anni di viaggi in Africa (2003), Sogni. Le speranze dei bambini africani (2006).