Un’esposizione coinvolgente sulle ultime vicissitudini politiche del Burkina Faso.
Prima parte: Per capire
Seconda parte:. Testimoni
Parte terza: Cosa si muove in Africa
Dopo aver sofferto sotto un giogo feroce gli ultimi ventisette anni, il popolo burkinabé, come un solo uomo, si è messo in piedi per chiedere giustizia sociale e trasparenza. Dal 2014 l’azione determinante dei giovani ha galvanizzato tutte le forze vive del paese in un movimento solidale di insurrezione di città e villaggi per farla finita con l’odioso regime di Blaise Compaoré e il suo braccio armato, il Reggimento di sicurezza presidenziale.
Thomas Sankara è stato presidente del Consiglio nazionale della rivoluzione e capo di Stato dal 1983 al 1987, periodo durante il quale ha tentato di redistribuire la ricchezza riducendo le spese dei funzionari di Stato (assorbiva il 70% del bilancio), attuando politiche economiche per l’ammodernamento dell’agricoltura, per lo sviluppo e le politiche sociali (educazione, sanità, “consumare burkinabè”, lotta alla desertificazione, ecc.). I suoi ideali hanno nutrito la movimentazione popolare non violenta contro il potere a vita di Blaise Compaoré, presidente che ha concesso potere e denaro ad una ristretta casta ed eliminato sistematicamente i suoi oppositori, con l’80% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà.
Molti Paesi africani sono governati da dittature e da regimi retti da “uomini forti”, le regole democratiche sono violate o forzate per favorire gruppi di potere. Il popolo burkinabé è insorto, con una rivolta popolare ben organizzata e, pronto a dare la vita, è riuscito ad avere la meglio sulle forze di governo cacciando Compaoré nell’ottobre del 2014 e resistendo al tentativo di colpo di Stato del settembre 2016; l’insurrezione viene descritta dalle testimonianze di un esperto politico, un giornalista, un prete politologo, un sindacalista, un professore dei new media, una giovane militante, un avvocato e leader e un sankarista.
Sara