Nei cataloghi dei musei d’arte africana gli oggetti etnografici sono presentati, prevalentemente, per il loro aspetto formale ed estetico, a scapito della funzione che essi svolgevano nell’ambiente che li produceva. Ciò è dovuto senza dubbio all’aura di mistero in cui li avvolgevano coloro che ne erano i primi fruitori, ma pure all’atteggiamento dei collezionisti europei che, affascinati dalla loro semplice vita, altro non riuscivano a vedere dietro le maschere e le statuette che venivano collezionando.
Pur senza sminuirne i valori estetici, il presente libro si propone in primo luogo di collocare queste creazioni artistiche nel contesto naturale nel quale furono prodotte, contesto essenzialmente socioreligioso. L’arte africana tradizionale è infatti parte integrante del fatto religioso: é supporto e veicolo di credenze e riti relativi a realtà vitali per i suoi produttori. Gli oggetti che la costituiscono sono mezzi o luoghi di passaggio degli uomini verso la Trascendenza e da questa verso gli uomini.
Questo libro vuole essere una guida per tutti coloro che sono desiderosi di scoprire quest’arte e comprenderla, aiutati da un’abbondante iconografia proveniente dalla collezione africana del Museo Saveriano di Parma.
Clémentine Faif-Nzuji é nata a Tshofa (Repubblica Democratica del Congo). E’ dottore in Lettere e Scienze umane all’Università di Parigi. Dal 1972 al 1980 ha insegnato Letterature orali e Stilistica africane prima all’Università Nazionale della Repubblica Democratica del Congo e poi di Niamey (Niger). Dal 1981 insegna Linguistica, Letteratura orale e Cultura africana all’Università Cattolica di Louvain (Belgio). Dirige il Centro Internazionale di Lingue, Letteratura e Tradizioni Africane al servizio dello sviluppo, all’interno del quale continua le sue ricerche nei campi della linguistica, della semantica delle letterature orali, della simbologia, dei tatuaggi e delle scarificazioni. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche e per la sua attività di scrittrice ha ricevuto numerosi premi.
Bianca