Tormentata e discussa autobiografia di una delle massime voci della narrativa sudafricana, Una questione di potere (1974) è la storia di una donna, una meticcia e di un’esule: vicende comunque complementari che, insieme, inscenano il dramma di una psiche strutturata sulla differenza che il suo tempo rifiuta.
Sullo sfondo di una «crudele epperò secondaria filigrana autobiografica » -commenta Adriana Cavarero «in una scrittura che asseconda il ritmo del delirio e le scansioni immaginarie dell’ onirico, si dipana qui un itinerario spirituale che si inoltra negli abissi dell’anima e tiene colloqui con la morte». Teso nel drammatico antagonismo fra due figure maschili dominanti, Dan e Sello, il romanzo cerca, dolorosamente, l’approdo nella scrittura, unica patria metaforica di un’esule apolide e ragione primaria del narrare.
Dessie Head nacque nel 1937 in Sudafrica e morì nel 1986 in Botswana, dove aveva trascorso gran parte dell’esilio iniziato nel 1964. Figlia naturale di una bianca di famiglia agiata e di uno stalliere nero, marchiata tragicamente da atroci esperienze infantili-vide infatti la luce nel manicomio dove la madre era stata rinchiusa e dove mori sei anni dopo -crebbe nella difficile situazione di paria sociale e razziale. Si diplomò insegnante a Durban, dopo aver studiato in scuole di missionari inglesi, e presto collaborò alla celebre rivista «Drum » e al «Golden city post». Scrittrice di professione, produsse cinque grandi romanzi, oltre a saggi critici, reportages e molti eccellenti racconti una serie dei quali, La donna dei tesori, è stata pubblicata nel 1987 in questa stessa collana.
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